"blog in allestimento"

Amo la peonia che in sardo viene chiamata: arrosa'e monti.
Ho scelto di dare al blog questo nome perchè
"arrosa'e monti" è il fiore che simboleggia la mia adorata Sardegna.


mercoledì 10 febbraio 2016

Zippole, zippuas: ricetta sarda doc

La ricetta della mia mamma 
A lei venivano benissimo, alte, gonfie, con la riga attorno, dal gusto delizioso e leggero. Lo ricordano in molte persone perchè era abituata a portarne in omaggio a diverse amiche e vicine di casa come si usava.
Io ve ne propongo l'esecuzione e vi auguro di gustarvele con allegria.


INGREDIENTI

1 kg. di farina
3/4 di litro di latte intero
4 uova
35 gr. di lievito di birra (possibilmente quello sfuso acquistato dal panettiere)
un pizzico di sale
la scorza grattuggiata di 1 limone, 1 arancia e 1 mandarino 
1 bicchierino di liquore (il Villacidro è l'ideale, ma va bene anche la Sambuca o il limoncello)
la ricetta originale vorrebbe anche dello zafferano ma a me non piace e non lo metto.
Zucchero per inzuccherarle al quale si può aggiungere una bustina di vanillina

PREPARAZIONE

Setacciare la farina in modo che prenda aria. Usare uova a temperatura ambiente. 
Versare le uova nell'impastatrice, bagnare con un poco di latte e versare la farina, il pizzico di sale e le scorze degli agrumi grattuggiati. Far andare l'impastatrice e bagnare con un goccio di latte di tanto in tanto. Non dovete avere fretta di finire perchè è un impasto che deve incorporare molta aria e bisogna lavorarlo a lungo prima bello sodo e poi lentamente si porterà, con l'aggiunta del latte a una consistenza  morbida ed elastica. 


Sciogliere il lievito di birra in un bicchiere di latte e versarlo a filo nell'impasto. Continuare a lavorarlo. Con l'impastatrice non serve riscaldare il latte.- Mia mamma che lavorava tutto a mano aveva bisogno di usarlo tiepido per tenere caldo l'impasto e faceva una gran fatica a impastare e impastare fino a ottenere una massa morbida. - Alla fine l'impasto deve incordarsi e staccarsi dalle pareti della ciotola. Terminare tutto il latte e a questo punto lo trasferiamo nella conca di terra cotta - "sa scivedda"- bagnandoci le mani con dell'acqua tiepida. La conca, da quando si inizia la lavorazione, sarà tenuta  tiepida con dell'acqua calda, questo rappresenta un punto di forza per l'impasto che si troverà adagiato in un ambiente caldo e pronto alla lievitazione. 

impasto prima della lievitazione

Ora arriva il bello! Bisogna lavorare l'impasto con grande energia usando le mani , versarvi il liquore e fare movimenti aerei con la pasta per incorporare ancora aria. Coprite l'impasto prima con un telo e poi con delle copertine e tenetelo a lievitare al caldo per almeno un'ora o poco più. 

a nanna per un'ora ben coperto!

Controllate dopo un'ora se è gonfio raddoppiato e sarà pronto per essere fritto. Questo tipo di frittelle hanno l'impasto piuttosto morbido e possono dare problemi ad essere maneggiate.

a fine lievitazione bello gonfio

 Prendere una pallina d'impasto con le mani , prima immergete le dita in una ciotola di acqua  o di latte tiepidi, questo vi aiuterà a far si che non si attacchi alle mani, formare una ciambella e versarla nell'olio bollente. Farle cuocere e inzuccherarle.

 
 
 

  

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